n° 7 del 28 settembre2015

 

Le nostre edicole possono valere di più ?


In tanti ne sono convinti. Da alcuni mesi le nostre edicole valgono di più. Dichiararlo per un settore dove, potenzialmente, siamo quasi tutti in vendita potrebbe risultare un po’ azzardato. Nella realtà sono in vendita così tante edicole, perché difficilmente un imprenditore prenderebbe un'attività, in negozio o in chiosco, per vendere giornali.


 Immaginiamo un imprenditore che acquista un' edicola e che pensi di ammortizzarla in 5 anni. Quale previsione di vendita può avere il mercato editoriale nei prossimi anni? Le nostre regole di settore consentono una libera imprenditoria? Qualcuno pensa che ci sia un qualche miracolo editoriale che possa portare più attenzione e amore per gli italiani verso la lettura o che l’informazione digitale crolli?Il nostro è un settore molto difficile... 


Stiamo cambiando, dobbiamo cambiare e oggi la legge ci è un po’ più vicina. I vincoli che hanno tenuto lontani possibili investitori sono stati in buona parte "ammorbiditi" e l’edicolante oggi può fare impresa. Di questo parleremo nei prossimi incontri in S.N.A.G. ma prima…impariamo le regole e guardiamo cosa accade attorno a noi.

Edicole e suolo pubblico


Se ne parla oramai da diversi anni. Ricordo quando a dicembre 2012, in un convegno di SNAG Milano invitammo altre strutture sul territorio per condividere esperienze positive e anche problematiche.


 Al seguente link le slides dell’incontro e qua l’intervento del presidente di Como Enrico Righi, che illustrò il problema sul suolo pubblico che stavano vivendo a Como.


 Stranamente sembrava che il problema non preoccupasse i rivenditori milanesi, nonostante si tratti di direttive europee. Gli unici preoccupati erano i dirigenti SNAG…


Ora i tempi sono più maturi ed effettivamente ci aspettano mesi di lavoro e sicuramente future forti tensioni ma, le regole che riguardano l’attività su suolo pubblico non saranno più le stesse. A questo link la circolare esplicativa

Proposta di legge


E’ stata presentata alla Camera una proposta di riforma dell’editoria. Alcune indicazioni presentate dalle organizzazioni di categoria sono state recepite ma è emerso un documento fortemente squilibrato.


  Di grande evidenza è la netta richiesta economica per tutti i  settori editoriali. La crisi del settore non ha portato a nuovi modelli sufficientemente produttivi da poter guardare il futuro con ottimismo. Il settore più finanziato dagli anni ’80, la grande industria editoriale, non ha cambiato nulla e continua a chiedere soldi.


 Preoccupante è il fatto che si parla ancora di liberalizzazione del settore nelle stesse pagine in cui si parla di parità di trattamento. I due concetti non possono stare assieme.


Parità di trattamento è un dovere costituzionale, che può essere sostenuto, ma non si accompagna con la libera imprenditoria per cui se si è liberi…si è liberi tutti e da tutto.

 

Può l’edicolante sostenere il peso di una liberalizzazione con gli attuali vincoli di legge sulla parità di trattamento?Perché bisogna avere un dovere verso un prodotto commerciale se viene trattato dalle leggi nazionali  al pari di una matita o di un telefono? Al seguente link un approfondimento 

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Non è una novità, è Un difficile momento per il settore, ma sta anche producendo ipotesi positive per il nostro sviluppo.

Oggi in Lombardia abbiamo una nuova legge che può consentirci di essere più impresa e meno edicola. La nuova normativa regionale prevede la possibilità di emanare bandi che possano  essere di sostegno al settore. Così di fatti è stato, solo dopo pochi mesi. La Giunta Regionale nella seduta del 18 settembre, su proposta dell’Ass. Parolini ha approvato lo stanziamento di 1 milione di euro per finanziare la concessione di contributi per interventi di innovazione e valorizzazione dei punti vendita di libri giornali e riviste e periodici come previsto dal DCR 23 giugno 2015.

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